16/11/2018

Cromology, annunciati 15 esuberi allo stabilimento di Resana

Secondo i sindacati di categoria Femca e Filctem c’è una timida apertura rispetto all’intenzione di ridurre il personale
Messina-Boato: “Consegnato il piano industriale, manca ad oggi quello organizzativo-funzionale per capire l’impatto occupazionale. In ballo il destino di tutto lo stabilimento”


“Il piano industriale c’è ma manca quello organizzativo che definirà meglio la riorganizzazione interna e le conseguenze occupazionali a cui si va incontro. In ballo il destino dello stabilimento”. È quanto emerso nella giornata di giovedì scorso, 15 novembre, dopo il confronto tra Sindacati di categoria e le delegazioni degli stabilimenti di Cromology Italia. A rischio sono una quindicina dei 50 dipendenti dello stabilimento produttivo di Resana.

La ditta leader nel campo dei prodotti vernicianti e dei coloranti con sede centrale a Porcari (Lucca) ha subito gli effetti della crisi del mercato che starebbero incidendo negativamente sul fatturato che, stando a quanto emerso nel primo incontro tra azienda e sindacati, nel 2017 si era attestato sugli 88 milioni di euro, in calo di oltre 6 milioni rispetto all’anno precedente. E le previsioni per il 2018 vedono il fatturato fermarsi sugli 80 milioni.

“L’azienda ci ha consegnato un piano industriale molto generico - spiegano Massimo Messina della FILCTEM CGIL di Treviso e Gianni Boato della FEMCA CISL Belluno Treviso -. Sebbene ci sia una timida apertura che potrebbe portare a rivedere il numero di esuberi previsti, da Cromology ad oggi arriva solo la conferma a voler procedere con la riduzione del personale per abbattere i costi. Inoltre, non ci è stato ancora fatto vedere il piano organizzativo e funzionale, fondamentale per capire il taglio alla luce di un’analisi puntuale sulle professionalità considerate in esubero. E su questo abbiamo chiesto chiarimenti sulle prospettive occupazionali e contestato l’operazione di esternalizzazione che l’azienda mira ad attuare. La preoccupazione è dunque doppia perché riguarda sia la gestione degli esuberi, che il futuro dei lavoratori che rimarranno: o si cambia chi amministra la produzione nello stabilimento di Resana, che fino ad oggi ha dato pessimi risultati, o la sede aziendale di Resana non si riprenderà più”.

Il prossimo incontro è fissato per il 6 dicembre. “Vogliamo contenere il più possibile il numero di esuberi – concludono i sindacalisti -, anche partendo dalla considerazione che finora l’azienda ha lavorato a pieno regime e senza fare ricorso alla cassa integrazione”.