23/02/2011

Aimeri ambienti Srl, lavoratori verso lo sciopero

Fonti (Fit-Cisl): "Servono investimenti"

 

Resana (Treviso) - Mancanza di un confronto reale su alcune tematiche fondamentali, dal premio di produzione, all'organizzazione aziendale, fino ai mancati investimenti per l'ammodernamento del parco mezzi e la fornitura di abbigliamento. Avviata la procedura di raffreddamento e conciliazione per la Aimeri ambienti Srl, la più grande azienda privata per la raccolta dei rifiuti, attiva anche in Veneto con cinque "basi operative": a Cortina D'Ampezzo e Santa Giustina (nel Bellunese), a San Donà di Piave e Cavallino Treporti (nel Veneziano) e a Resana, in provincia di Treviso. Ad essere in difficoltà sono proprio i 50 dipendenti della sede di Resana, operativi nella raccolta dei rifiuti nei comuni padovani di Borgoricco, Piombino Dese, Loreggia, Massanzago, Campodarsego, Camposanpiero, San Giorgio delle Pertiche, Curtarolo e Trebaseleghe.

A denunciare il problema è Maurizio Fonti, segretario della Fit-Cisl di Treviso. "Il motivo del contendere - spiega Fonti - è la produttività che l'azienda non vuole riconoscere, mancanza d'investimenti che comportano disagi a causa dei mezzi vecchi e poco adeguati al servizio di raccolta porta a porta, ma anche la dotazione di vestiario scadente e insufficiente, il tutto condito da relazioni industriali approssimative: non ci sono mai risposte concrete da parte dell'azienda".

Entrando nei dettagli, va detto che i lavoratori devono utilizzare per la raccolta del vetro contenitori da 80 litri, quando il limite di legge è di 30 litri. Per quanto riguarda il vestiario e i dispositivi di protezione per la sicurezza, gli operatori, denuncia il sindacato, hanno dotazioni insufficienti dal punto di vista della qualità e della quantità. "Le scarpe anti-infortunistica - spiega Fonti - si rompono e provocano calli perché di materiale davvero scadente. In più ai lavoratori sono stati consegnati dei piccoli manuali in cui si legge l'obbligo di portare caschi, occhiali protettivi e d'indossare guanti, ma nulla di tutto ciò è stato consegnato ai dipendenti". "I percorsi di raccolta - prosegue Fonti - sono inoltre tarati male, con la conseguenza che le sei ore di lavoro ordinario non bastano e che i carichi di lavoro sono eccessivi, e che rispetto all'ultimo accordo del 2009 il premio di produzione è stato dimezzato".

Avviata dunque la procedura di raffreddamento, ossia il tentativo di conciliazione con l'azienda in sede prefettizia. Se non sarà trovata una soluzione, sarà sciopero. Le richieste dei lavoratori sono precise. "L'azienda - spiega Fonti - deve decidersi a fare investimenti per aggiornare il parco mezzi, riorganizzare il lavoro per ridurre i carichi, cambiare la tipologia di contenitori. E sul premio bisogna sedersi a un tavolo e discutere di un importo adeguato ai tempi e che rientri all'interno di un progetto di riorganizzazione aziendale che conduca al miglioramento delle condizioni di lavoro".

Cisl Treviso
Ufficio stampa