15/07/2025
Frane, fragilità del territorio e una rete viaria in sofferenza, a cui si aggiungono le carenze strutturali del trasporto pubblico: una combinazione che sta penalizzando fortemente i cittadini che vivono e lavorano nella provincia di Belluno. “Basta azioni e interventi sconnessi e non condivisi – denunciano Denise Casanova (Cgil Belluno), Francesco Orrù (Cisl Belluno Treviso) e Sonia Bridda (Uil Veneto Belluno) – ora è urgente più che mai un tavolo permanente con Dolomitibus, Provincia, amministrazioni, associazioni di categoria e rappresentanze sindacali per una pianificazione condivisa, periodica, per adattare i servizi alle esigenze reali dei lavoratori, monitorare le criticità del territorio e prevenire i disagi, anziché subirli passivamente quando è troppo tardi per intervenire”. Il livello di preoccupazione delle organizzazioni sindacali bellunesi è altissimo. Da un lato, le frane in Cadore che stanno creando disagi enormi e sottovalutati, anche e soprattutto ai lavoratori e alle lavoratrici pendolari, spesso stagionali, che si trovano ad affrontare vere e proprie odissee per raggiungere il posto di lavoro o che si trovano obbligati a sborsare fino a 30 euro per i servizi di navette private messe a disposizione per collegare San Vito a Cortina in caso di chiusura della strada Alemagna. Dall’altro, i tagli ai servizi di trasporto pubblico locale per i mesi estivi nelle zone industriali del Bellunese che rischiano di mettere in seria difficoltà chi lavora. “Comprendiamo che ci sia una riduzione di presenze legata al periodo estivo - spiegano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil -, così come la carenza di personale nel settore dei trasporti, ma non è ammissibile penalizzare quei lavoratori che, anche ad agosto, devono raggiungere puntualmente i propri posti di lavoro. Il diritto alla mobilità deve essere garantito sempre, soprattutto in un territorio montano, dove le alternative sono spesso assenti. Il trasporto pubblico in provincia andrebbe rafforzato con organici adeguati e mezzi, non tagliato”. Da qui, la richiesta della convocazione di un tavolo permanente sulla mobilità nella provincia. “Non possiamo accettare che la fragilità della montagna ricada sempre sulle spalle di chi lavora e delle persone che vivono il nostro bello ma fragile territorio. È tempo di affrontare questi problemi insieme, con responsabilità e concretezza”, affermano Casanova, Orrù e Bridda, che proseguono: “È fondamentale rivedere tutta la viabilità del Bellunese, in termini di efficienza e di sicurezza, chiediamo che le strade siano adeguate e che si valuti seriamente la necessità della realizzazione di nuove infrastrutture moderne, efficienti e rispondenti alle necessità di mobilità della provincia. Le Olimpiadi, purtroppo, si stanno rivelando l’ennesima occasione persa per il territorio bellunese, perché al di là della vetrina durante il periodo delle gare, l’eredità in termini di infrastrutture utili ai bellunesi che qui vivono e lavorano, sarà pressoché nulla, mentre i disagi moltissimi”.Viabilità e trasporti in provincia di Belluno: da Cgil, Cisl e Uil la richiesta di un tavolo permanente di pianificazione
Frane, fragilità del territorio e una rete viaria in sofferenza