23/05/2023
In questo quadro, Confindustria Veneto Est e Cgil, Cisl, Uil territoriali hanno delineato e condiviso per la prima volta un «Patto metropolitano», fondato su dialogo e reciprocità, che rilancia il ruolo di un moderno sistema delle relazioni industriali per garantire coesione sociale, crescita partecipata e diffusa e sviluppo sostenibile nei territori di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo. Una visione, e obiettivi, condivisi, che intendono rafforzare la contrattazione di secondo livello; sostenere la capacità competitiva del sistema industriale, promuovendo anche la partecipazione dei lavoratori nell’organizzazione, nella strategia e nei risultati; aprire a sperimentazioni sull’organizzazione e l’orario di lavoro correlate a crescita della produttività, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e tutela del salario; rafforzare i presìdi e la formazione indispensabili a prevenire le morti e gli infortuni sul lavoro; promuovere l’aggiornamento continuo e la riqualificazione dei lavoratori, in linea con le esigenze produttive e l’evoluzione tecnologica, efficaci politiche di transizione tra scuola e lavoro, l’innalzamento dell’occupazione, soprattutto femminile; sostenere l’efficientamento energetico e l’autoproduzione, la rigenerazione delle aree produttive, la salvaguardia dell’ecosistema lagunare e del Delta. Il documento congiunto è stato siglato oggi - nella sede di Confindustria Veneto Est a Venezia-Marghera - da Leopoldo Destro (Presidente Confindustria Veneto Est), Alberto Zanatta (Vicepresidente Vicario Confindustria Veneto Est), Luca Fabbri (Vicepresidente Confindustria Veneto Est per le Relazioni Sindacali), dai Segretari Generali Aldo Marturano (Cgil Padova), Mauro Visentin (Cgil Treviso), Daniele Giordano (Cgil Venezia), Pieralberto Colombo (Cgil Rovigo), Samuel Scavazzin (Cisl Padova Rovigo), Massimiliano Paglini (Cisl Belluno Treviso), Michele Zanocco (Cisl Venezia) e dai Coordinatori provinciali Massimo Zanetti (Uil Padova), Gianluca Fraioli (Uil Treviso), Igor Bonatesta (Uil Venezia) e Gino Gregnanin (Uil Rovigo). «Quello di oggi è un passo molto importante sulla strada della crescita partecipata e diffusa e della coesione sociale - dichiara Leopoldo Destro, Presidente di Confindustria Veneto Est -. In un momento storico molto complesso come quello attuale, ripartiamo, insieme al Sindacato, dal riconoscere in un moderno sistema di relazioni industriali, non rivendicativo ma partecipato, nel dialogo e nella capacità di avere una visione comune su come si affrontano i problemi, un fattore competitivo imprescindibile sia per l’aumento della produttività e con essa degli stipendi, sia per attrarre nuovi investimenti ed insediamenti. Siamo al centro di un movimento epocale che riguarda la transizione sia digitale che energetica: sta per finire un mondo e ne sta nascendo un altro, con paradigmi completamente diversi rispetto a quelli che abbiamo lasciato. Ci vuole una cassetta degli attrezzi adeguata per far fronte alla gestione delle transizioni e poi intercettare quelle che saranno le nuove dimensioni del mondo industriale e del lavoro. Lo Stato può fare tanto, però dobbiamo essere noi, con il nostro esempio, a fare in modo che lo Stato prenda la direzione giusta, quella auspicata da tutti». «Abbiamo fatto un gran lavoro, iniziato già prima della nascita di Confindustria Veneto Est, nell’elaborare questo documento - aggiunge Luca Fabbri, Vicepresidente per le Relazioni Sindacali -. Insieme a Cgil Cisl e Uil ci poniamo l’obiettivo di preservare il patrimonio industriale di questo territorio e al contempo garantirgli un futuro sostenibile di sviluppo. È necessario essere pragmatici ed avere una visione comune, a maggior ragione nelle attuali complesse transizioni. Vogliamo avviare un lavoro tecnico e una sintesi comune sui temi del patto, con le proposte delle Parti Sociali al decisore pubblico, su come mettere gli imprenditori in condizione di investire e crescere, sulla produttività e la tutela del potere d’acquisto, anche attraverso forme avanzate di organizzazione, le politiche attive del lavoro, la partecipazione delle donne, la sicurezza, il welfare. Ci aspettiamo che le istituzioni riconoscano il valore di questa unità di intenti delle Parti Sociali e che vogliano con noi tradurla in unità di azione. A partire dal taglio strutturale del cuneo». «Un patto significativo - dichiarano i Segretari Generali Cgil, Aldo Marturano, Mauro Visentin, Daniele Giordano e Pier Alberto Colombo - non solo per il suo impatto - coinvolge le confederazioni sindacali di 4 province e una rilevante associazione del sistema Confindustria - ma, soprattutto, perché apre a temi da tempo al centro della nostra agenda come, ad esempio, il coinvolgimento dei lavoratori, con le loro rappresentanze, nelle scelte organizzative e strategiche d’impresa e l’accordo per l’apertura a sperimentazioni sull’organizzazione e orario di lavoro che concilino, a parità di salario, crescita produttiva con i tempi di vita e di lavoro dei lavoratori. Importanti, sono poi i comuni intenti in tema di sicurezza dove si riafferma l’importanza della collaborazione tra le varie figure professionali dedite alla sicurezza dei luoghi di lavoro, con particolare richiamo all’adeguamento delle dotazioni organiche degli Spisal. Rilevante anche il comune impegno ad affrontare la questione salariale, sia sul piano dei rinnovi dei contratti nazionali che su una contrattazione di secondo livello che riconosca il ruolo dei lavoratori nella crescita economica dei nostri territori. Infine, da sottolineare, l’attenzione rivolta al mondo della scuola, intesa come luogo di crescita degli adulti di domani, in grado di fornire le competenze per la transizione digitale nel segno della sostenibilità ambientale, condizione su cui entrambe le parti hanno medesima sensibilità». «Le Cisl territoriali ritengono la firma del Patto un atto importante che risponde ai grandi processi di trasformazione tecnologica industriale, dentro un quadro di sostenibilità ambientale di processo e di prodotto che coinvolgerà i nostri territori mettendo al centro la partecipazione dei lavoratori - dichiarano i Segretari Generali Cisl, Massimiliano Paglini, Samuel Scavazzin e Michele Zanocco -. Gli obiettivi condivisi si concretizzano nel riconoscimento reciproco quali interlocutori dello sviluppo sostenibile del territorio, dell'economia e della società, dalla stabilità e coesione sociale ad una crescita partecipata, diffusa ed inclusiva in un sistema di relazioni sindacali continue, con la condivisione di strumenti, di azioni congiunte verso il decisore pubblico anche per il sostegno alla transizione in corso, la formazione e staffetta generazionale e l'impegno a sostenere il rinnovo dei contratti anche nazionali. Fondamentali si confermano la contrattazione di secondo livello, la tutela della sicurezza sul lavoro, del mercato del lavoro e della formazione, la rigenerazione urbana e territoriale e la legalità. Riteniamo altresì fondamentale l’attuazione del Patto sottoscritto, mediante il potenziamento della contrattazione di secondo livello e la definizione dei tavoli territoriali che valorizzino e rispondano alle specificità. È un'ottima base di partenza per favorire la partecipazione attiva dei lavoratori e del Sindacato alle scelte che verranno fatte, oltre che un bel segnale di unitarietà di intenti tra Cgil, Cisl, Uil e quella che è diventata dimensionalmente la seconda Confindustria d'Italia». «Sicurezza, legalità, contrattazione, crescita sostenibile, lavoro di qualità: questi sono gli obiettivi messi nero su bianco nel patto con Confindustria Veneto Est. Quello siglato è un accordo di grande portata per i territori interessati - sostengono i Coordinatori provinciali Uil, Igor Bonatesta, Massimo Zanetti, Gino Gregnanin e Gianluca Fraioli -. Riteniamo che questi temi siano essenziali per incamminarci insieme lungo la strada della crescita economica e sociale delle nostre province, con una ricaduta certa su tutto il Veneto. Dobbiamo tornare ad essere attrattivi per aziende che vogliano investire, stabilizzarsi e crescere, creando quel legame virtuoso tra azienda e territorio che deve essere alla base di una nuova cultura industriale del Veneto. Il futuro non può passare dal lavoro precario, incerto, a rischio di infiltrazioni mafiose e senza piena sicurezza. Occorrono investimenti soprattutto nelle risorse umane: occupazione femminile, conciliazione dei tempi di vita e lavoro attraverso nuovi orari, ingresso dei giovani nelle imprese sono le leve che muoveranno la produzione industriale. Il patto guarda anche alle istituzioni per cercare di far sentire la voce del nostro territorio per non perdere tutte le possibilità date dai fondi destinati al lavoro come PNRR e ZLS. Solo lavorando insieme potremo ottenere risultati. Il futuro del lavoro passa da qui». Gli obiettivi del Patto lo sviluppo sostenibile del territorio, dell’economia e della società; la stabilità e la coesione sociale; una crescita partecipata, diffusa ed inclusiva. Le Parti, al fine di perseguire gli obiettivi condivisi, intendono: promuovere un metodo di relazioni industriali che, valorizzando il confronto continuo e la condivisione, nel rispetto della reciproca autonomia, contribuisca a individuare soluzioni che favoriscano la competitività del sistema economico locale e, con esso, la coesione sociale; promuovere azioni, rivolte anche al decisore pubblico, finalizzate a sostenere ed accompagnare lavoratori, famiglie e imprese, in questa fase di transizione verso modelli di sviluppo sostenibile e di inclusione sociale; favorire un’ordinata e programmata trasmissione di conoscenze e responsabilità, supportata dalla formazione, così da realizzare una compiuta staffetta generazionale, anche nei contesti aziendali; favorire il regolare rinnovo dei contratti collettivi nazionali. Contrattazione di secondo livello Le Parti convengono sulla più ampia valorizzazione e diffusione della contrattazione di secondo livello per: indirizzare politiche e iniziative volte ad affrontare temi strategici come l’igiene, la salute e la sicurezza sul lavoro e forme di welfare orientate a sostenere la famiglia, la parità di genere, la piena occupazione femminile, la crescita demografica, la mobilità sostenibile, la legalità e trasparenza, anche negli appalti; sostenere la crescita della produttività, dell’efficienza, della capacità competitiva del sistema industriale locale e, con esse, la crescita dei salari, promuovendo il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori, attraverso le loro rappresentanze, nell’organizzazione, nella strategia e nei risultati d’impresa; favorire la più ampia informazione e coinvolgimento del capitale umano nelle iniziative imprenditoriali volte ad affrontare e vincere le sfide della transizione tecnologica e digitale, sostenibile ed energetica; sostenere l’attività di formazione anche a livello aziendale, come strumento indispensabile alla qualificazione e riqualificazione professionale del capitale umano verso le nuove competenze; aprire a forme di sperimentazione dell’organizzazione e dell’orario di lavoro che realizzino forme avanzate di crescita della produttività, di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e di tutela del salario; promuovere e favorire azioni congiunte informative, di sensibilizzazione e proattive, finalizzate ad intervenire in materia di prevenzione e contrasto alla discriminazione e alla violenza di genere; Sicurezza sul lavoro Le Parti si impegnano a: svolgere ogni ulteriore iniziativa utile a rafforzare i presìdi, le dotazioni e la formazione indispensabile a prevenire le morti e gli infortuni sul lavoro; valorizzare la collaborazione tra tutti i soggetti a diverso titolo coinvolti nella tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; promuovere una più forte azione informativa e collaborativa con i Dipartimenti di prevenzione e protezione delle Asl competenti per territori; sollecitare il necessario adeguamento della dotazione organica agli standard previsti dei Servizi SPISAL, come individuati dal Piano Strategico Regionale in materia di salute e sicurezza; svolgere una periodica e costante azione comune di monitoraggio sull’andamento dei controlli, sulle criticità rilevate e sulle possibili azioni da adottare, sia per il tramite delle Commissioni Bilaterali laddove istituite, sia attraverso una consultazione periodica a livello territoriale; alla costituzione, o formalizzazione, dell’Organismo Paritetico Provinciale (OPP), in funzione di osservatorio ed ente della promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; al sostegno del miglioramento del servizio di trasporto pubblico, a tutela dell’ambiente e come forma di prevenzione rispetto alla problematica degli infortuni in itinere. Mercato del lavoro e formazione È in corso una trasformazione del mondo del lavoro, dovuta alla digitalizzazione dei processi, a nuovi stili di vita, all’evoluzione delle filiere produttive e alla maggiore interconnessione dei mercati internazionali. In questo contesto, le Parti ritengono strategico: l’aggiornamento professionale di lavoratrici e lavoratori e, laddove necessario, la loro riqualificazione, per acquisire competenze in linea con le esigenze produttive e con l’evoluzione tecnologica; il ruolo della scuola nella trasmissione di contenuti e competenze in linea con l’evoluzione tecnologica, digitale e ambientale, coniugando sapere politecnico e umanistico; efficaci politiche di transizione tra mondo della scuola e del lavoro, sensibilizzare il sistema di istruzione in coerenza con le vocazioni economiche dei territori, i profili, le competenze e le attitudini attesi; garantire che le nuove generazioni possano fare esperienza in contesti dove la sicurezza e la qualità del lavoro e dell’apprendimento sono principi essenziali non negoziabili; sviluppare ogni possibile sinergia tra privato e pubblico per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro; sviluppare una rete territoriale nella quale i CPIA (Centri provinciali per l’istruzione degli adulti) operino in stretto raccordo con i Centri per l’impiego, agenzie per il lavoro, istituzioni ed enti privati per l’apprendimento permanente; rafforzare la formazione e le politiche attive per contrastare gli effetti della discontinuità lavorativa, e l’utilizzo delle risorse dei Fondi interprofessionali e del Fondo nazionale “Nuove competenze”; perseguire il modello adottato nel Competence Center (SMACT), che ha coinvolto le Organizzazioni sindacali, le Associazioni datoriali, le Istituzioni, le Università. la formazione continua quale strumento per incrementare la competitività aziendale, accrescere il patrimonio professionale dei lavoratori, assicurare una maggiore rioccupabilità. L’attuale sistema di tassazione del lavoro (cd cuneo fiscale) determina un disincentivo all’incremento delle retribuzioni. È necessario sostenere iniziative comuni a livello nazionale volte ad ottenere una riduzione strutturale del cuneo fiscale sia per la contrattazione di secondo livello che per il contratto nazionale. Un’occupazione di qualità è garantita dall’applicazione dei CCNL di riferimento sottoscritti dalle associazioni maggiormente rappresentative. È interesse comune che si giunga ad una piena applicazione del sistema di certificazione della rappresentanza. La crisi demografica, che produce già effetti sul mercato del lavoro, mostra tutta la necessità di innalzare il livello dell’occupazione, soprattutto femminile, potenziando i servizi per l’infanzia e la non autosufficienza, e di uscire dalla logica dell’emergenza sulle politiche migratorie, investendo su accoglienza e integrazione dei cittadini migranti. Politiche attive per lo sviluppo e la stabilizzazione occupazionale, al fine di incrementare la produttività e la competitività delle imprese, favorendo al contempo la crescita salariale, contrastando il precariato. Sviluppo sostenibile, rigenerazione urbana e territoriale, legalità Vanno sostenute le azioni volte al contenimento ed alla riduzione degli impatti climatici e ambientali, avvalendosi anche delle risorse del PNRR. In questo contesto, l’efficientamento energetico e la riduzione dei costi di produzione, l’autoproduzione di energie rinnovabili, la promozione di comunità energetiche, il recupero delle materie prime per un’economia sempre più circolare, l’attenzione alle risorse naturali e all’ambiente, la rigenerazione del territorio, coinvolgono il ruolo delle Parti Sociali. I filoni prioritari di investimento per uno sviluppo sostenibile devono riguardare: la rigenerazione e la riqualificazione delle aree produttive; la salvaguardia dell’ecosistema dell’area lagunare e del Delta; il sostegno all’abitare, con un incremento dell’edilizia pubblica e sociale a saldo zero nel consumo di suolo; la riqualificazione degli immobili, il recupero del patrimonio edilizio e delle aree degradate e delle periferie, promuovendo l’efficienza energetica e la sicurezza; la bonifica e la rigenerazione dei siti industriali valorizzandone, laddove possibile, le destinazioni d’uso in essere; la riorganizzazione e razionalizzazione del sistema infrastrutturale e della mobilità; una gestione sempre più virtuosa del ciclo dei rifiuti, con l’obiettivo di favorire il riciclo dei materiali laddove possibile, oppure la produzione di energia. La transizione energetica implica lo sviluppo di sistemi e impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Le Parti convengono di intervenire presso le Autorità di governo locale e regionale, affinché vengano semplificati e accelerati i processi autorizzativi. Analogamente, si impegnano affinché, pur nel rispetto della normativa sul non consumo di suolo, vengano sostenute le iniziative industriali in grado di recuperare il patrimonio edilizio esistente (anche attraverso i crediti edilizi), le verticalizzazioni e le riconversioni industriali, i cambi di destinazione necessari a sostenere iniziative coerenti con gli obiettivi di sostenibilità ambientale ed energetica. Il rispetto del territorio passa, necessariamente, anche per il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Le Parti intendono contribuire fattivamente, al rafforzamento sul territorio della rete di presidio e vigilanza che, attraverso la collaborazione con le forze istituzionali, contribuisce a rafforzare la cultura della legalità e, con essa, di una democrazia partecipata. Le Parti si impegnano a sviluppare tavoli specifici sui singoli temi del patto, a partire dall’utilizzo delle risorse derivanti dal PNRR e dalla ZLS.Confindustria Veneto Est, Cgil, Cisl e Uil firmano il "Patto metropolitano"
Siglato il documento di obiettivi condivisi tra l’Associazione e i Sindacati di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo
Contrattazione di secondo livello per sostenere la competitività delle imprese e il potere d’acquisto, promuovendo la partecipazione dei lavoratori. Apertura a sperimentazioni sull’organizzazione del lavoro correlate a crescita della produttività, conciliazione tempi di vita e di lavoro, tutela del salario. Formazione e politiche attive per le nuove competenze, l’occupazione femminile, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile. La riduzione del cuneo diventi strutturale
(Padova-Treviso-Venezia-Rovigo) - L’economia del Veneto Est (96 miliardi il Pil, 1,1 milioni di occupati, 410 mila nell’industria) ha reagito meglio delle attese ai cigni neri di questi anni (pandemia, shock energia, guerra, inflazione) e accelerato la trasformazione. Siamo alle porte di una nuova rivoluzione industriale che cambierà in profondità il «paradigma» di sviluppo, il modo di fare impresa e il lavoro nel Veneto. Sotto la spinta di dinamiche globali, transizione tecnologica ed ecologica da affrontare in modo adeguato, nonostante problemi strutturali, quali il debito pubblico e il calo demografico (180 mila persone in età lavorativa in meno in Veneto al 2030). Le Parti Sociali sentono la responsabilità di affrontare congiuntamente, di fronte alle istituzioni e agli attori economici e sociali, uno scenario che evolve velocemente ed oscilla tra grandi opportunità e gravi rischi, con l’obiettivo di promuovere la competitività e l’occupazione, sostenere la produttività e con essa i salari, investire sulla formazione e le nuove competenze, la sicurezza e il welfare.