15/11/2024

Lettera ad Benetton ai dipendenti, Femca: "Valgono gli accordi"

Boato: “Valgono gli accordi, non le lettere: è il tavolo sindacale che determina il futuro dei lavoratori”

“Al momento gli accordi con l’azienda sono chiari: contratti di solidarietà fino al 28 febbraio 2025 con il limite individuale di massimo due giorni per dipendente e nessun licenziamento. Posso anche apprezzare i toni concilianti della lettera dell’ad ai dipendenti, ma non è con una mail che si tranquillizzano i lavoratori preoccupati per come stanno andando le cose, bensì con i fatti, gli accordi e il confronto: è il tavolo sindacale che determina il futuro dei lavoratori, non le belle parole rassicuranti che però non trovano riscontro nell’atmosfera reale che stanno vivendo lavoratori e lavoratrici in queste settimane”.

Sulla lettera inviata dall’amministratore delegato di Benetton Claudio Sforza ai dipendenti nei giorni scorsi, Gianni Boato, segretario generale della Femca Cisl Belluno Treviso, afferma che “più che di mail i lavoratori e il sindacato hanno bisogno di chiarezza sul piano industriale e di sapere se l’azienda sta programmando delle chiusure industriali o dei cambiamenti nelle strategie fin qui condivise, perché c’è una forte incoerenza fra ciò che Sforza scrive e quello che accade in azienda”.

“Il trasferimento dei lavoratori da Villa Minelli a Castrette - spiega Boato - sta generando grande preoccupazione e ansia, perché sta avvenendo in maniera disomogenea: ad alcuni lavoratori non viene data la prospettiva del trasferimento a Castrette e molti hanno il timore di essere licenziati. Ci sono anche pressioni importanti sui lavoratori affinché, in questa situazione di incertezza, accettino gli incentivi per uscire dall’azienda. Noi ribadiamo che l’uscita dev’essere sulla base di una scelta volontaria”.

“Abbiamo sempre lavorato in trasparenza - dichiara il sindacalista della Femca - ora ci aspettiamo nel prossimo incontro chiarezza e indicazioni su piano industriale e strategie, che vanno condivise con i rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici, altrimenti si rischia il caos”.

“Riguardo alla capacità di Benetton di cambiare pelle senza mai rinunciare al suo Dna, concetto espresso nella mail dall’ad - prosegue Boato - va detto che oggi i fatti ci dicono tutt’altro e che l’azienda sta entrando in una dimensione diversa con una strategia che non ha nulla a che vedere con il Dna Benetton. La chiusura del sito produttivo in Tunisia lascia presagire uno sbilanciamento importante verso il commercializzato, ovvero la produzione in outsourcing dei capi, e un ridimensionamento rilevante dell’industrializzato, cioè della produzione in fabbriche di proprietà: questo sarebbe un tradimento del Dna Benetton e dei dipendenti che lavorano nell’industrializzato”.

“Per noi - conclude Boato - i lavoratori e le lavoratrici rappresentano il patrimonio umano e sociale da tutelare, anche in questa fase così delicata per l’azienda: auspichiamo che le scelte vengano soppesate seriamente sulla base del percorso pluridecennale di un’azienda storica per il nostro territorio. In caso contrario, i toni della lotta sindacale si alzeranno inevitabilmente”.