22/10/2019

Cambiamenti climatici nell’arco alpino: confronto con i territori di confine

Giovedì 24 ottobre a St. Moritz il convegno del Consiglio Sindacale Interregionale delle Alpi Centrali

Sarà il segretario generale aggiunto della Cisl Belluno Treviso Rudy Roffarè ad aprire, giovedì 24 ottobre a St Moritz, in Svizzera, il convegno annuale del Consiglio Sindacale Interregionale delle Alpi Centrali (CSI-AC), che riunisce le Organizzazioni sindacali di Trentino, Alto Adige - Südtirol, provincia di Belluno, Tirolo (Austria) e Cantone dei Grigioni (Svizzera).

Il CSI-AC è un organismo creato dalla Confederazione Europea dei Sindacati per favorire il dialogo sociale in materia di lavoro e di rappresentare e tutelare gli interessi economici, sociali, ambientali e culturali dei lavoratori, delle lavoratrici e dei pensionati dei territori montani di confine. Svolge attività di coordinamento e confronto su materie sindacali. In questi anni gli approfondimenti all’interno del Consiglio Sindacale Interregionale delle Alpi Centrali CSI-AC hanno riguardato temi di grande importanza per tutti i territori coinvolti, dalle strategie per sostenere l’integrazione dei profughi e dei richiedenti asilo nel mercato del lavoro, all’impatto sui territori del lavoro transfrontaliero, dal confronto sul carico fiscale sul lavoro, alla spesa sociale fino ai sistemi di welfare dei diversi Stati confinanti.

Una delegazione delle Organizzazioni sindacali bellunesi composta da Mauro De Carli, segretario generale della Cgil Belluno e da Cinzia Bonan e Rudy Roffarè, rispettivamente segretario generale e segretario generale aggiunto della Cisl Belluno Treviso, parteciperà al convegno di giovedì. In particolare, sarà Roffarè, eletto due anni fa vicepresidente del CSI-AC a intervenire sul tema a cui quest’anno è dedicato l’incontro: “Le conseguenze del cambiamento climatico sul lavoro nell’arco alpino”.

A un anno dalla tempesta Vaia che ha sconvolto il territorio bellunese, Roffarè incentrerà il suo intervento sull’impatto ambientale, paesaggistico, economico e sociale di fenomeni atmosferici come quello che si è abbattuto sulla provincia di Belluno un anno fa. “Occorre pensare ad una diversa e più etica pianificazione - spiega Roffarè - anche perché i fenomeni atmosferici saranno sempre più frequenti e dolorosi. Per questo, bisogna lavorare in termini di prevenzione, di emergenza e di post emergenza, e pianificare il futuro lungo alcune fondamentali direttrici: una più efficace pianificazione urbanistica del territorio, maggiori investimenti per contrastare i cambiamenti climatici così come lo spopolamento e l’abbandono della montagna e, infine, l’impegno per lo sviluppo di opportunità di lavoro e di crescita economica”.

“Condividere esperienze con realtà simili a quella bellunese - spiegano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil territoriale - è fondamentale per valorizzare le buone pratiche dei diversi territori e migliorarsi in un contesto di confronto con zone che devono affrontare i medesimi problemi demografici, infrastrutturali e climatici. Siamo convinti che il dialogo su materie sindacali e sociali possa essere d’aiuto a tutti i soggetti coinvolti per la definizione di azioni più efficaci”.