10/01/2025

Rinnovo del contratto dei metalmeccanici, lunedì 13 è sciopero

A Belluno presidio davanti alla sede di Confindustria

Lunedì 13 gennaio sciopero di 8 ore dei lavoratori metalmeccanici delle province di Treviso e Belluno e presidio dalle 10 alle 12 davanti alla sede di Confindustria Belluno. A seguito della rottura del tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale Federmeccanica-Assistal, che si è determinata nell’ultimo incontro del 12 novembre 2024, le segreterie provinciali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, hanno proclamato l’astensione dal lavoro per tutti i lavoratori metalmeccanici delle province di Belluno e di Treviso, a sostegno delle richieste presentate nella piattaforma unitaria e rigettate dalle associazioni imprenditoriali. Sul piatto, il rinnovo del contratto nazionale scaduto il 30 giugno dell’anno scorso e che riguarda 6.000 lavoratori nel Bellunese e circa 40.000 nella Marca. Federmeccanica e Assistal hanno deciso di non rispondere alle richieste di Fim, Fiom e Uilm, creando un caos negoziale e ampliando le distanze anche sulle parti normative.

La piattaforma unitaria presentata da Fim, Fiom e Uilm per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori (CCNL) metalmeccanici per il periodo 2024-2027 propone un aumento salariale di 280 euro in tre anni, la sperimentazione dell’orario a 35 ore a parità di salario, incentivi per la stabilizzazione dell’occupazione e il contrasto alla precarietà, l’estensione delle ore dedicate alla formazione professionale, con un aumento da 8 a 16 ore, per favorire l’aggiornamento e la crescita delle competenze, misure specifiche in materia di salute e sicurezza e di conciliazione vita-lavoro attraverso l’introduzione di misure di welfare aziendale e di flessibilità oraria.

Le associazioni datoriali hanno rigettato la proposta di aumento salariale di 280 euro in tre anni, formulata in base ai dati Istat, proponendo appena 173 euro in quattro anni. Così come hanno spinto per un peggioramento del meccanismo attuale di erogazione salariale, posticipando di 6 mesi il pagamento nei casi di scostamento tra inflazione prevista e consuntivata, né hanno considerato l'elemento di professionalità, contrattato nel 2021, non erogato negli ultimi due aumenti contrattuali. Nessuna apertura neppure su molte parti normative, come ad esempio sulle differenze di genere, sulla riduzione dell'orario di lavoro, sullo smart working, sull'orario di lavoro, sulla stabilizzazione dei contratti precari, sull’inquadramento e sulla formazione professionale.

“Federmeccanica e Assistal hanno messo in atto un comportamento inaccettabile – dichiarano Stefano Bona della Fiom Cgil Belluno, Matteo Caregnato della Fim Cisl Belluno Treviso e Antonino Colombo della Uilm Uil Belluno – e rifiutato le nostre richieste su aumenti salariali adeguati e in linea con l’inflazione di questi anni, stabilità occupazionale e miglioramenti normativi per i lavoratori, inclusi quelli degli appalti. Le contropartite proposte non rispondono alle sfide economiche e sociali che il settore metalmeccanico deve affrontare. Per questo abbiamo proclamato lo stato di agitazione, con lo sciopero del 13 e una manifestazione davanti alla sede di Confindustria per sostenere le nostre istanze e difendere i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”.

I segretari generali delle Sigle di categoria di Treviso - Manuel Moretto (Fiom), Alessio Lovisotto (Fim) e Stefano Bragagnolo (Uilm) -  puntano il dito contro le inaccettabili proposte avanzate dalle organizzazioni imprenditoriali a livello nazionale che non danno risposte alle rivendicazioni avanzate in sei mesi di incontri.

“È chiaro che non ci sono le condizioni per poter proseguire. In particolare - spiegano i vertici territoriali di FIOM CGIL, FIM CISL e UILM UIL - sulla parte economica, le parti datoriali non vogliono dare certezze agli aumenti del salario cancellando la struttura contrattuale dell’ultimo CCNL del 2021. Non siamo solo in presenza di distanze sulla quantità economiche nel loro complesso, ma ancora più grave è che siamo di fronte a piani diversi di confronto per la sola responsabilità delle rappresentanze aziendali”.

“Queste, infatti, non danno risposte sufficienti sugli aumenti, né sulla riduzione di orario, né sulla diminuzione della precarietà, né sul rafforzamento del ruolo degli Rsu, né sui lavoratori in appalto, e in generale non stanno dando risposte positive sulla maggior parte delle richieste della piattaforma votata da centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori – evidenziano i segretari generali di categoria -. Le organizzazioni imprenditoriali propongono un cambio della struttura contrattuale. Per noi invece l'impianto contrattuale dell'ultimo rinnovo va confermato e rafforzato. La struttura degli aumenti per incrementare la retribuzione è un elemento fondamentale del modello contrattuale. Siamo consapevoli della crisi dei principali settori dell'industria, il contratto nazionale è uno strumento per affrontare una fase delicata e per rivendicare interventi del Governo”, concludono Moretto, Lovisotto e Bragagnolo.

Un appello agli industriali arriva da FIOM, FIM e UILM provinciali: “Gli industriali trevigiani devono far capire se in questa trattativa vogliono essere parte della soluzione o meno: visti i profitti incamerati negli ultimi anni e viste le positive relazioni sindacali, ci si aspetta un atteggiamento costruttivo”.

Nella Marca il settore metalmeccanico è il più grande comparto economico con circa 40mila lavoratrici e lavoratori e sono circa 1.200 le aziende che applicano il Contratto Collettivo Industria Metalmeccanica e che verranno coinvolte. In questi giorni i delegati metalmeccanici nel territorio provinciale stanno svolgendo centinaia di assemblee sindacali per parlare con le lavoratrici e i lavoratori e per illustrare lo stato del confronto e le motivazioni dello sciopero.

Oltre allo sciopero di otto ore in programma lunedì 13 gennaio per l’intera giornata di lavoro, i Sindacati di categoria hanno altresì proclamato il blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità per tutte le aziende del metalmeccanico.