20/09/2024

Anziani non autosufficienti, focus sull’assistenza privata e il sistema badanti

Nelle province di Treviso e Belluno, un'assistente domiciliare su due potrebbe essere irregolare

Una badante su due, nelle province di Treviso e Belluno, potrebbe essere irregolare. È uno dei dati emersi nel corso della seconda giornata del seminario residenziale sul sistema dell’assistenza agli anziani e la non autosufficienza organizzato dalla Cisl Fnp Belluno Treviso a Peschiera del Garda. I Pensionati hanno mosso la loro riflessione dai numeri.

In provincia di Belluno, secondo i dati riferiti al 2023 dell’Osservatorio Lavoratori Domestici dell’Inps, i lavoratori e le lavoratrici domestici regolari (colf e badanti) erano 2.127 di cui 32% colf e 68% badanti, per il 93,5% di sesso femminile, per il 73,6% stranieri e per il 60,8% tra i 55 e i 64 anni.

In provincia di Treviso nel 2023 i lavoratori e lavoratrici domestici regolari erano 10.055 di cui 43% e 57% badanti, per il 92,3% di sesso femminile, per il 70,9% stranieri e per il 49,2% tra i 55 e i 64 anni. Da segnalare per entrambe le province l’aumento dell’età delle collaboratrici rispetto al 2019 (+12% la fascia 55-64 a Belluno, +20% a Treviso), in coerenza con il progressivo invecchiamento della popolazione, così come - solo per la Marca trevigiana - l’aumento (+2%) della quota di italiane che si avvicinano al lavoro domestico.

Il tasso di irregolarità nel lavoro domestico è, però, secondo l’Osservatorio dell’Inps, pari al 51,8%: la percentuale più alta fra i diversi settori che compongono il mondo del lavoro. Considerando il numero dei lavoratori relativo al 2023 e adottando l’ipotesi che il tasso di irregolarità rimanga costante tra il 2021 (ultimo dato disponibile) e i 2023, emerge dunque che accanto ai 2.127 colf e badanti regolari del bellunese ce ne potrebbero essere altri 2.286 irregolari; e altri 10.806 irregolari nella Marca trevigiana. In sostanza, per ogni colf e/o badante regolare ce ne sarebbe una che lavora in nero. La stima sull’irregolarità del lavoro domestico a livello europeo indica una percentuale tra il 30 e il 50%.

“È inutile continuare a chiudere gli occhi e a far finta che il problema non esista - ha dichiarato Franco Marcuzzo, segretario generale della Cisl Fnp Belluno Treviso - quello dell’assistenza domestica e privata è un settore a forte presenza di lavoro irregolare e sommerso. Le famiglie si trovano spesso a operare in situazioni di emergenza e sono lasciate sole nel districarsi nel sistema badanti, che al momento è l’unico che permette di mantenere a casa l’anziano e garantirgli assistenza. Purtroppo la politica è sorda rispetto al problema, le famiglie sono lasciate in balia di se stesse, si devono arrangiare su tutto. È importante che tutti prendano coscienza del problema”.

I Pensionati Cisl di Belluno e Treviso rivendicano lo stanziamento di tutte le risorse necessarie per sostenere efficacemente le famiglie e garantire la cura e un’assistenza domiciliare dignitosa e qualificata agli anziani, così come la formazione e professionalizzazione necessaria a operatori, caregiver e assistenti familiari.

“È necessario istituire un registro delle badanti - ha sottolineato ancora Marcuzzo -, un elenco di persone formate per il lavoro di cura attraverso corsi e certificazioni che diano garanzie alle famiglie e ai loro anziani, che facciano sentire gli anziani seguiti e non abbandonati, perché se oggi non è semplice trovare personale disposto ad occuparsi di anziani, disabili e non autosufficienti, lo è ancora meno trovare badanti qualificate. Si potrebbero prevedere dei contributi ai cittadini che scelgono le assistenti dal registro delle badanti, creando una convenienza alle famiglie che assumono regolarmente”.

“L’invecchiamento della popolazione e l’aumento dell’aspettativa di vita - ha spiegato Francesco Orrù, segretario generale Cisl Belluno Treviso, intervenuto alla mattinata di lavori - richiedono una riflessione approfondita sul sistema di assistenza. La salute riguarda le persone e per questo è fondamentale rafforzare gli investimenti nei servizi socio-sanitari e nell’assistenza alla non autosufficienza, così da dare risposte efficaci sia alle esigenze economiche delle famiglie che alla necessità di potenziare le strutture che si occupano della cura e dell’assistenza degli anziani. La Cisl, a livello territoriale, sta promuovendo la creazione di un dipartimento dedicato al settore socio-sanitario, con l’obiettivo di affrontare in modo sistemico tutte le criticità del sistema sanitario e assistenziale”.

“Da parte delle famiglie - ha aggiunto Patrizia Manca, segretaria generale della Fisascat Cisl Belluno Treviso, intervenuta al seminario - c’è il timore di spendere di più mettendo in regola l’assistente, manca poi la conoscenza del contratto e a volte sono le stesse lavoratrici ad essere titubanti. Non si comprende che mettere in regola la badante significa avere maggiori garanzie su diritti e doveri per entrambe le parti. C’è bisogno di uno sforzo congiunto e integrato da parte di tutti per fare rete e sostenere la formazione del personale e i bisogni delle famiglie, fornendo assistenza e tutela ad entrambe le parti, utilizzando anche i fondi previsti da organismi paritetici per la formazione del personale che sarà inserito all’interno delle famiglie”.

Ma quanto costa mettere in regola l’assistente domiciliare? Una badante con contratto di 54 ore, convivente, che si occupa anche dell’assistenza, ha una retribuzione lorda di 1.127 euro, quindi percepisce circa 1.000 euro al mese di stipendio, mentre alla famiglia costa attorno ai 1.400 euro.

Paola Roma, presidente dell’associazione Comuni Marca Trevigiana ha affrontato la questione dal punto di vista dei Comuni, sottolineando che “in questo momento ognuno di noi sta facendo la propria parte nello sviluppo degli Ambiti territoriali”, ma anche il “ruolo importante della contrattazione sociale”, così come la “difficoltà anche delle assistenti sociali ad avere rapporto diretto con le badanti”.

“Abbiamo 328 mila non autosufficienti in Veneto, di cui circa 30mila assistiti nei centri servizi anziani, le ex case di riposo, il resto conta su caregiver familiari o badanti - ha detto Tina Cupani, segretaria generale Cisl Fnp Veneto -. Tutti i non autosufficienti, così come le loro famiglie, devono essere aiutati. La Regione deve porre attenzione nella programmazione economica alle politiche che riguardano l’anziano”.

Le conclusioni sono state affidate al segretario generale della Cisl Fnp nazionale Emilio Didonè. “Oggi l'assistenza agli anziani non autosufficienti - ha detto - e anche parzialmente autosufficienti è quasi completamente a carico delle famiglie. Il sistema pubblico mette un terzo della spesa e il sistema delle famiglie mette due terzi della spesa. La legge sulla non autosufficienza arrivata dopo 20 anni rispetto agli altri Paesi europei prevede molte cose, ma ha bisogno di risorse che attualmente oggi non ci sono”.