25/11/2010

“Quale casa per il futuro?” La Filca Cisl di Treviso chiede un tavolo permanente all'Ance

"Quale casa per il futuro?"
La Filca Cisl di Treviso chiede un tavolo permanente all'Ance

Treviso - Un tavolo provinciale permanente per affrontare la crisi e mettere a punto le strategie e le politiche più adatte per uscirne. È la richiesta avanzata oggi dalla Filca Cisl di Treviso all'Ance, l'Associazione Nazionale Costruttori Edili, nel corso della tavola rotonda organizzata dalla Federazione Lavoratori Costruzioni e affini della Cisl nel corso del suo Consiglio generale presso l'Hotel Crystal di Preganziol (Treviso). "Dalla crisi di questi anni si esce solo impegnandoci tutti assieme - afferma Francesco Orrù, segretario generale della Filca Cisl di Treviso - . E' necessario un tavolo permanente che metta a confronto periodicamente sindacati dei lavoratori, rappresentanti aziendali e istituzioni".

Quella di oggi a Preganziol è stata una sorta di "prova generale". Seduti attorno a un tavolo c'erano Franco Conte, assessore provinciale all'Urbanistica, Franco Lorenzon, Segretario Generale Cisl Treviso, Claudio Cunial, presidente Ance Treviso, Antonio Ceron, presidente del Sicet Veneto e Francesco Orrù, Segretario Generale Filca Cisl Treviso. Le conclusioni sono state affidate a Domenico Pesenti, Segretario Generale Filca Nazionale, il coordinamento dei lavori a Laura Moro, Coordinatrice Formazione Filca Cisl Area Nordest. Al centro del dibattito, la domanda "Quale casa per il futuro?", che coincide col titolo della ricerca realizzata su commissione della Filca Cisl e del Sicet e presentata da Federico Dalla Puppa, ricercatore dello Iuav.

Una cosa è certa. Chiedersi "Quale casa per il futuro?" significa aprire un dibattito sull'edilizia del futuro. Parlare di casa, in una provincia che è la quinta in Veneto per numero di alloggi e la seconda per il minor numero di abitazioni non occupate sul totale (9,5% su un media regionale del 14,8%), vuol dire domandarsi dove sta andando e quale direzione deve prendere il settore edile. Un settore in crisi, nel quale oggi la battuta d'arresto dei grandi costruttori ha portato alla frammentazione del tessuto produttivo, con la prolificazione delle partite Iva e i relativi problemi legati alla necessità di garanzie di qualità da parte delle micro-imprese: "In questo senso - afferma Orrù - l'introduzione della cosiddetta patente a punti, ossia l'attribuzione di un punteggio a imprese e lavoratori autonomi, che viene decurtato in seguito a violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, è fondamentale".

"Il Piano Casa - prosegue Orrù - non è bastato a rilanciare il sistema, anche perché tendeva a premiare i proprietari di case singole o porzioni, senza dare risposte a chi aveva difficoltà a comprare casa. A ciò si aggiunge la difficoltà per le imprese di accedere al credito e le insolvenze da parte delle pubbliche amministrazioni a causa del patto di stabilità". Non casualmente sindacati e associazioni imprenditoriali hanno deciso di manifestare il 1° dicembre a Roma. Da parte sua, la Filca Cisl mette sul tavolo le richieste: incentivi al risparmio energetico e alla bioedilizia - da qui lo stupore per il mancato rinnovo del bonus del 55% -, impegno per la legalità e la sicurezza e, a livello provinciale, un tavolo permanente di confronto con tutte le categorie e le istituzioni. Ù

Infine, uno sguardo ai "nuovi" abitanti delle case trevigiane. "Per affrontare un discorso di vera politica abitativa - spiega Orrù -, prima di cominciare a costruire bisogna chiedersi chi andrà ad abitare in quelle case". Considerando che quasi 8.700 famiglie al censimento del 2001 vivevano in condizioni di disagio abitativo, delle quali oltre 4.500 in affitto, emerge un quadro della domanda che per la provincia di Treviso può essere ragionevolmente tarato su una domanda insediativa potenziale di oltre 21 mila famiglie. Si tratta delle nuove famiglie dei ceti medi, dei single, degli anziani, soli o in coppia, ma anche delle famiglie in cerca di abitazioni di migliore qualità, le quali devono poter trovare nel mercato forme innovative e più razionali di alloggi e di socialità, come possono offrire i modelli europei, si pensi ad esempio al co-housing per le giovani coppie, ai nuclei insediativi ecosostenibili per le famiglie e agli alloggi protetti per gli anziani. Sono queste le sfide alle quali il mercato della provincia di Treviso oggi chiama la politica a rispondere.

Treviso, giovedì 25 novembre 2010